La Maiolica di Laterza dal 1300 ad Oggi



Introduzione
Nell’arte della maiolica laertina si uniscono la cultura, la civiltà, la storia di una comunità, le sue esigenze ed i suoi bisogni materiali e spirituali, le condizioni economiche e sociali degli uomini durante il corso dei secoli. Sin dalle epoche più remote Laterza ha fatto registrare una forte caratterizzazione nella produzione di manufatti, vasellame, uso della creta, grazie alla peculiare materia prima presente sul territorio e all’arte sapiente profusa dall’uomo. Si pensi a quella che gli storici hanno denominato “Civiltà di Laterza”, così importante da caratterizzare un periodo storico, l’Eneolitico. Nel corso dei secoli successivi, la produzione di manufatti e ceramiche, ha manifestato fortune e risultati alterni.


E’ nel 1500 però che assistiamo al decollo della nostra maiolica, caratteristica per il “bianco rivestimento stannifero”. Durante tutto il 1600 quest’arte maiolicara fece riscontrare un notevolissimo sviluppo; le committenze delle regge, delle famiglie patrizie, erano copiose: i nostri prodotti raggiungevano le corti e i siti più lontani.
Piatto in maiolica istoriato in monocromo blu 
A.A. d’Alessandro, fine del XVII secolo, 
con figura muliebre assisa al centro 
ed elementi floreali stilizzati sulla tesa. Diametro cm 23

Si imponeva così “l’istoriato laertino” in monocromia turchina con la produzione di piatti da pompa riproducenti scene mitologiche, cavalleresche, paesaggistiche, col caratteristico giglio e leone di Laterza. Proprio in questo periodo si afferma il più grande dei nostri artisti, il D’Alessandro, che fece toccare un altissimo livello alla maiolica d’arte: le sue opere, conservate nei musei più noti e in collezioni private, sono autentici gioielli. Un grande fulgore manifestò nel corso del 1700 la produzione ceramica, commercializzata in Italia e all’estero.
Ubicazione delle Fornaci e Botteghe dei Figuli al XVIII Secolo

Venivano registrati allora ben 45 laboratori di faenzari con molti addetti che producevano piatti, zuppiere, piastrelle, alzatine, acquasantiere. Nel 18OO il prestigio di questa maiolica tramonta: l’avvento delle macchine e di nuovi prodotti, l’esaurirsi delle committenze, fanno declinare la produzione della ceramica d’arte a favore di quella d’uso popolare. Così, mentre Faenza, Castelli e Grottaglie fronteggiano la crisi è proteggono in misura diversa i loro prodotti, da noi si registra un inesorabile tramonto.
Michele De Vietro
L’ultima famiglia di figuli laertini, quella dei De Vietro, fu attiva fino al secondo dopoguerra. Oggi una rinomata schiera di artisti locali ridà lustro alla maiolica nostrana, permettendo così alla comunità laertina di avere la consapevolezza e l’opportunità di riappropriarsi di questo patrimonio storico-culturale.

La Maiolica nei Secoli

Premessa
Fin dai tempi più lontani Laterza è stato un originale luogo e centro rinomato di attività ceramica (impasto di argilla ed altre sostanze), come si può determinare da numerosi reperti archeologici rinvenuti agli inizi degli anni Sessanta dallo studioso di archeologia, Biancofiore, durante il corso dei suoi scavi nella Valle delle Rose, a Nord-Est dell’abitato, che parlò di “Civiltà Eneolitica di Laterza” (circa il 2.000 a.C.).



Grazie al ritrovamento di questi reperti, si può dire che l’arte della ceramica era molto sviluppata anche nel periodo della Magna Grecia e dell’Età Romana.
Dopo molto tempo, precisamente durante la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, ci fu un momento molto difficile dovuto alle distruzioni e alle invasioni barbariche.Quindi, anche l’attività ceramica risentì di questa situazione e si ebbe così pochissima produzione. In seguito, dopo il ritorno alla pace, ci furono degli scambi culturali e commerciali tra l’Occidente e l’Oriente che permisero il risorgere dell’attività ceramica con nuove tecniche apprese, appunto, dall’Oriente che si congiunsero con le tecniche tradizionali.

Dal Medioevo al 1300














Dal Medioevo in poi ci fu un cambiamento di produzione nell’attività figulina (oggetto di terracotta) nel senso che si sviluppò la “ceramica invetriata” (rivestimento di vetro messo sulla terracotta) e della maiolica (prodotto di ceramica con rivestimento di vernice e smalto solidificato a calcio) che, a differenza delle antiche produzioni ceramiche, avevano un “bianco rivestimento stannifero” (cioè ricoperto di stagno) con una tecnica usata tuttora. Per quanto riguarda l’attività ceramica del Medioevo, non ci sono fonti che possono dare delle esatte notizie di quell’attività. Solo attraverso alcuni ritrovamenti fatti a Taranto si può dire che nel 1300, nella Puglia Meridionale (Lecce-Taranto), ci fu una produzione di ceramica e maiolica con disegni decorativi.



Il Cinquecento o Compendiario
Alcuni studiosi riferiscono che a partire dal 1500 a Laterza c’erano degli “stazzonari” (termine dialettale salentino che sta per manipolatori di materiale); inoltre, altri studiosi riferiscono che fra la fine del 1500 e l’inizio del 1600 a Laterza venivano prodotti bellissimi vasi di creta.
Questi prodotti della ceramica laertina, alcuni lavori notevolissimi sono conservati presso Musei e Collezioni nazionali e straniere, ci consentono di ritenere che già prima delle date succitate, l’ARTE FIGULINA a Laterza era praticata con grande maestria.

Il Mangiamaccheroni Opera attribuita al D'Alessandro 
e conservata al Museo della Maiolica di Faenza

Anforetta Biansata presso il 
Fitzwilliams Museum Università Cambridge

Durante il periodo del Rinascimento, l’arte della ceramica non raggiunse spiccati risultati per mancanza di principi e nobili mecenati, protettori di studiosi ed artisti, che invogliassero appunto a praticare da noi l’arte figulina.
Tuttavia Laterza, in quel periodo ebbe bravi figuli (dal latino figulus che vuol dire vasaio e dal verbo fingere che vuol dire plasmare), a differenza di quanto avveniva nel resto d’Italia.
In quegli anni Laterza si distinse come un grande ed importante centro di produzione di maiolica di rara bellezza; testimonianza è il ritrovamento di un piatto raffigurante la sirena, figura della mitologia greco-romana, rappresentata nella parte superiore da una bellissima giovane, e nella parte inferiore da una coda bicaudata, cioè da doppia coda.


L’Eta’ Barocca, I secoli d’oro
Il più illustre rappresentante ed artista della ceramica laertina fu il sacerdote Angelo Antonio D’Alessandro, nato a Laterza nel 1642 e morto nel 1717 che ci ha lasciato grandi capolavori. Ci furono numerosi altri bravi ceramisti laertini che operavano in Laterza fra il 1600 e il 1700 come Vito Perrone, Aloisio, Mineo, Collocola, Mela, Russo. A quel tempo si annoveravano a Laterza ben 45 fornaci con moltissimi addetti. Verso la fine del 1700 l’attività ceramica a Laterza cominciò a decadere, non furono più prodotti lavori di grande importanza ed originalità. Da quel periodo l’arte ceramica perse a Laterza il suo valore e la produzione fu minima e di imitazione, ripetitiva.

Piatto da parata Vito Perrone e aiuti, 
primi decenni del XVIII sec

L’Ottocento, la decadenza
Nel 1800 l’arte figulina è in decadenza rispetto al fulgore dei secoli precedenti. Tutto ciò si evince da una relazione al governo centrale di Napoli fatta dal Costa nel 1811. La più tarda tavoletta ritrovata nella chiesa Matrice risale al 1825 e porta l’iscrizione “Lorenzo Guglielmo l’ha fatto Ph”.
La decadenza si accentua ulteriormente e il Prefetto di Terra d’Otranto sottolinea che un tempo le stoviglie di Laterza si vendevano con profitto in Grecia e già dal 1817 erano esportate nelle isole ioniche e in Albania. Nel 1856 vengono registrate a Laterza solo cinque faenzari. Alla fine dell’Ottocento il De Giorgi sottolinea che l’industria era presente in Laterza, ma produceva solo terrecotte di uso domestico. E’ il tramonto di un’epoca, il crepuscolo della maiolica d’arte laertina che ha dominato per oltre quattro secoli.

Sagrestia del Santuario Mater Domini Lavabo in maiolica 

Sagrestia Santuario Mater Domini Lavabo in maiolica Collocola 1726 dettaglio

Antica Fornace laetina ultima in attività

Il Novecento, il crepuscolo
L’ultima famiglia di figuli laertini è stata la famiglia De Vietro. Essi operarono a Laterza fra il 1940 e fino alla fine degli anni ’50, nell’ultima fornace laertina, tuttora esistente, posta nell’omonima Via Fornaci. Questa era una fornace di origine medioevale, scavata nella roccia e nel tufo come altre cavità ipogee (cavità sotterranee) presenti in numero rilevante nel territorio di Laterza.

Michele De Vietro Ultimo dei Figuli laertini

La Maiolica Oggi

I Contemporanei


Nel nostro secolo la ceramica laertina ha continuato la sua sto­ria grazie al faenzaro Michele De Vietro, nato a Laterza il 1919 e morto il 1978, discendente di faenzari e vasari di Laterza già dal 1700. Con lui lavorava l’allora giova­ne Michele Casarola che lo aiu­tava nel suo laboratorio e che anco­ra oggi continua la sua.
La produzione del De Vietro negli anni 40-50 si limitava alla lavora­zione di oggetti di uso comune nelle famiglie contadine (Cuch­m, Piattr, Caps, ecc.) lascian­do loro la fattura grezza o al mas­simo lucidata o colorata con tinte di terra o di metallo.

Maiolica Popolare di uso domestico

Maiolica Popolare di uso domestico con decori


Maiolica Popolare di uso domestico

I suoi oggetti finemente lavora­ti al tornio, si avvalevano di creta da lui stesso scelta e selezionata in collaborazione con l’aiutante Casarola. Essi, dopo aver ricercato l’argilla, la pestavano per poi raffinarla tra le mani; solo quando il tutto era soddisfacente, passavano alla lavorazione vera e propria. Nel periodo successivo, fra gli anni 60-70, alcuni artisti di Laterza, tra i quali Giuseppe De Vie­tro, figlio di Michele, Nunzio Cafaro, Vincenzo Passarelli e Domenico Pugliese, decisero di decorare quegli ogget­ti che il De Vietro forgiava.

Giuseppe De Vietro Figlio di Michele

Cominciarono cosi gli studi sul­la tradizione faenzara, e si cercò di ricostruire i colori che aveva­no fatto della ceramica di Later­za lo splendore dei secoli passati. Alla morte di Michele De Vie­tro, i tre artisti hanno continuato la loro esperienza, ognuno con uno stile e una tecnica diversa e per­sonalizzata. Abbiamo, pertanto, vasi, servizi completi di tazze e piatti di Giu­seppe De Vietro che hanno conservato la tradizione dei colori, delle forme dell’antica ceramica; quadri di Vincenzo Passarelli su piastrelle assimilate tra loro a formare un unico e bellissimo as­sieme di arte figurativa; i prege­voli dipinti di arte bizantina di Domenico Pugliese su mattoni antichizzati.

Prof. Vincenzo Passarelli

Albarello Vincenzo Passarelli

In seguito altri artisti han­no ripreso a lavorare la ceramica, anch’essi con stili completamen­te differenti tra loro. In quest’ultimo periodo, altri giovani laertini si stanno adope­rando per scoprire l’arte faenzara frequentando corsi di formazione specifica. Oggi si tenta la riscoperta e valorizzazione dell’antica arte maiolica laertina. La conoscenza e la sensibilizzazione parte sin dalle scuole elementari, medie e liceali.

Marilli

Marilli

Eva Hide Danza macabra 2014 maiolica diam. 60 cm


La nostra speranza è quella che al più presto tutti siano coinvolti in un progetto comune, tanto da riportare nel nostro paese quello splendore artistico che nei secoli scorsi ha fatto di Laterza, la culla dell’arte faenzara del Meridione. E la realizzazione di un Museo della Maiolica di Laterza, qui a Laterza, è il sogno di molti, se non tutti, i laertini.... e finalmente c'è!!


Piatto da parata Fine XVI Compendiario

Piatto da parata Compendiario 1628 - 1634

Crespina XVII Secolo

Albarello prima meta XVII secolo

Alzata fine XVII secolo

Alzatina fine XVII inizio XVIII secolo

Fiasaca Primo quarto XVIII secolo

Alzata metà XVIII secolo

Coppa borchiata su piede metà XVIII secolo


Grande Piatto, Laterza, ambito di Angelo Antonio DAlessandro, seconda metà XVIII
Piatto d'Alessandro in asta lotto 195 196 presso
Pandolfini Poggio Bracciolini di Firenze il 1 marzo 2016

Pinacoteca Provinciale Corrado Giaquinto Bari Alzatina decorata con Paesaggi ed edifici a cupola,
XVIII secolo, Fabbrica di Laterza

Victoria and Albert Museum piatto 1680 - 1700

Victoria and Albert Museum piatto 1680 - 1700

Victoria and Albert Museum piatto 1692 Vito Perrone

Curiosità

Nella Cripta della Chiesa di Sant'Oronzo a Turi il pavimento è in maiolica di Laterza

Acquasantiera con decorazione ad ornati classici ed ostensorio, 
maiolica, XVIII sec Collezione Curci

Piattello policromo su fondo turchino con decorazione naturalistica,
maiolica, XVIII secolo, fabbrica di Laterza
Coll. Curci

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