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Piatto da parata 1628-1634

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LA MAIOLICA DI LATERZA (nostro Orgoglio, nostra Storia) Piatto da parata  1628-1634 Compendiario: turchino, giallo, arancio e verde marcio su smalto bianco. Grande piatto con cavetto profondo e leggermente convesso, media tesa. Al centro uno stemma vescovile è circondato da una ghirlanda a tralcio giallo su cui si distribuiscono 17 corolle giallo-blu.

Coppa baccellata

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Questo ed altro al MuMa di Laterza Angelo Antonio d'Alessandro, fine del XVII secolo Monocromia: turchino su smalto berettino La coppa da parata costituisce un superbo esempio dell'adozione da parte dei ceramisti meridionali delle forme modellate dagli argentieri barocchi. Essa presenta un'ampia fascia a superficie baccellata con orlo svasato e ondulato, decorata a tralci vegetali con margherite in monocromia turchina, estesa al cavetto campito da una figura di giovane in riserva di medaglione circolare tratteggiato. Il volto pieno ravvivato dalle pupille appuntate a destra, la folta e lunga capigliatura, la linea del costume sono peculiari dei modi del prete-ceramista laertino.

Piatto da parata

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Piatto da parata H. 4,5; diam. max 42,5; largh. tesa 7,5  Angelo Antonio d'Alessandro, 1670-1680  Bicromia: turchino e giallo su smalto berettino L'importante   piatto  araldico presenta una decorazione a festoni di foglie d'acanto nella tesa. Nel cavo il motivo a ventagli, caratteristico di Laterza, è alternato a tralci vegetali, e circondano lo stemma.

Piatto da parata

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Piatto da parata Angelo Antonio d'Alessandro, ultimo ventennio del XVII secolo Istoriato: monocromia turchina con intervento residuo di giallo, su smalto bianco Nel cavo, è riprodotto l'episodio mitologico della scoperta da parte delle ninfe della perduta castità di Callisto: tre figure femminili in completa nudità circondano una terza figura semisdraiata sull'erba alta delle rive di un corso d'acqua e le sollevano le vesti, scoprendo il ventre rigonfio. Alla destra, è una quarta figura femminile, Artemide, con mantello rigonfio sulle spalle e ricca acconciatura, rivolta con lo sguardo alla scena alla sua destra e morbidamente appoggiata ad un grosso vaso globulare, a sua volta posato su una roccia, da cui sgorga l'acqua.

Piatto da parata Angelo Antonio d'Alessandro

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MAIOLICA DI LATERZA (questo ed altro al MuMa) Piatto da parata Angelo Antonio d'Alessandro, fine del XVII secolo Istoriato: monocromia turchina su smalto berettino L'eccezionale  piatto da parata  costituisce,  per gli incisivi effetti chiaroscurali e plastici  della scena istoriata,  una delle più riuscite opere di A. A. d'Alessandro,  ed è quindi tra i più rappresentativi esempi  della produzione laertina  della fine del Seicento.  La tesa è decorata con tralci alla margherita,  peculiari di Laterza,  e la raffigurazione di milizie nordiche  dell'ampio cavo è dipinta,  così come la stessa tesa,  a chiaroscuro turchino.

Torna a Laterza la mattonella votiva rubata 34 anni fa

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Torna a Laterza (TA) la mattonella votiva rubata 34 anni fa dal santuario “Mater Domini” da: TRM Network Venerdì 2 Febbraio 2018, alle ore 19.30, a Laterza (TA), presso il Santuario “Mater Domini”, verrà restituita a S.E. Monsignor Claudio Maniago, vescovo della Diocesi di Castellaneta, la mattonella votiva in ceramica laertina del ‘600, raffigurante  “SS Pietro e Paolo”, trafugata dalla cripta del Santuario il 23 settembre 1979 e recuperata, a Roma, dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Bari (TPC).  La consegna avverrà in occasione di una giornata liturgica e di un evento culturale denominato  “I Capolavori della maiolica Laertina”,  “La grande targa dei Santi Pietro e Paolo torna a casa”  a cui parteciperanno, tra gli altri, la dottoressa Eugenia Vantaggiato, Segretario Regionale per i Beni Culturali e l’architetto Maria Piccarreta, Soprintendente per l’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Lecce – Brindisi – Taranto. L’indagine ha p

ELENCO CERAMISTI LAERTINI DAL 1745

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Nel 1745, quando Laterza contava appena 3200 abitanti, vi erano 45 "faenzari". Eccoli: 1° - Agostino Collocola, faenzaro di anni 30 (I)  2° - Andrea di Iacovo, maestro faenzaro di anni 45  3° - Agostino Mirtei, faenzaro, di anni 34  4° - Carlo Santeramo di Domenico, faenzaro  5° - Carlo Guglielmo, maestro faenzaro di anni 30  6° - Domenico Santeramo, maestro faenzaro, di anni 66  7° - Donato De Nunzio, pittore di faenza, di anni 37 8° - Domenico Geminale, maestro faenzaro di anni 44  9° - Domenico Mele, faenzaro di anni 56  10° Donato Scarato, faenzaro di anni 28  11° -. Domenico Mosca, faenzaro di anni 32  12° Domenico Pomarico di Leonardantonio, maestro faenzaro 13° - Francesco Paolo Lo Forese, maestro faenzaro di anni 26 14° - Felice Qaetano Santeramo di Giuseppe, faenzaro di anni 32 15° - Felice Oronzo di Vietro, maestro faenzaro di anni 41 16° - Francesco Galli, faenzaro di anni 51  17° - Francesco Dell'Orco di Tommaso, faenzaro di anni 37 18° - Felice Tarantino -

ANGELO ANTONIO D'ALESSANDRO

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Il più prestigioso ceramista dell'età barocca, nacque a Laterza nel 1642 da Nicol'Antonio da Santeramo e da Cristina Festa. Fu un prelato, come risulta dall'elenco del clero laertino del 1676.  Lasciò presto Laterza per studiare in un seminario della capitale e vi tornò sacerdote, succedendo, nel 1667, alla morte del canonico Don Leonardo Antonio Brizio, alla guida della chiesa di San Lorenzo Martire. D'Alessandro morì nel 1717 all'età di 75 anni. Al periodo che va dal 1670 al 1690 risalgono le esecuzione di piatti con tese decorate a tralci e margherite in monocromia turchina, numerosi e pregevoli capi con stemmi gentilizi conservati in musei francesi e londinesi, ora anche a Laterza. Al periodo 1689-1693 risalgono le serie dei presentatoi su piede. Si tratta di importanti commissioni dal momento che è riportato lo stemma del committente. In questi capi ricorrono motivi ornamentali quali alberi ritorti e fittamente tratteggiati, elementi vegetali astrattamente

GRAND TOUR della Ceramica a Laterza

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Il nuovo anno, per il MuMA di Laterza, è un’esplosione di stili e colori. Dal 13 gennaio al 28 febbraio, il museo della maiolica ospiterà la mostra nazionale itinerante  “Grand tour – Alla scoperta della ceramica classica italiana” , una raccolta di riedizioni dei grandi classici dell’arte figula nazionale, organizzata dall’ AiCC, l’Associazione italiana Città della Ceramica . È la seconda esposizione che il Comune di Laterza ospita in poco più di un mese, grazie anche alle risorse garantite dal progetto regionale  “La Murgia abbraccia Matera” : è ancora possibile ammirare gli albarelli della collezione Chini, infatti, che insieme con i pezzi già presenti nel museo hanno dato spessore al catalogo del MuMA presentato lo scorso 2 dicembre. I manufatti della mostra “Grand tour”, poi, serviranno a riflettere ulteriormente sul valore della ceramica come attrattore culturale e, non ne sia una diminutio, turistico: come gli intellettuali, dal ‘600 in poi, scoprivano le bellezze del

L'ANTICA FORNACE

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Questa fornace di origine medievale  è stata fino a qualche anno fa  l'ultima fornace a legna ancora attiva a Laterza. Essa è scavata nella roccia  come tanti altri insediamenti ipogei presenti nel territorio. Come questa, nel territorio laertino,  tante erano le fornaci che facevano di Laterza  uno dei centri di maggiore interesse per la produzione di maioliche. Con l'andar del tempo molte sono scomparse perché abbattute, altre sono diventate cantine. Il maestro De Vietro in questa fornace  vi ha lavorato fino a poco tempo prima della sua morte.  Da quel momento in poi la fornace è stata lasciata nel più completo stato di abbandono. Nel suo interno si possono ancora ammirare  gli attrezzi per la lavorazione della creta e del colore.