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Visualizzazione dei post da novembre, 2017

Albarello - Prima metà del XVII secolo San Nicola

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Policromia: turchino, giallo, arancio e bruno, bianco Una Chiesa dedicata a S. Nicola dei Greci Albanesi, situata nei pressi dell'hospitale nuovo - spezieria cinquecentesca, testimonia la venerazione dei laertini verso questo santo vescovo del IV sec considerato "un ponte fra Oriente e Occidente" della Russia e della Grecia.  L'albarello è quasi cilindrico, con collo alti estroflesso. In basso e in alto, invece della tra catenella a onde correnti, è presente una decorazione matrice triangolare in monocromia turchina. Bibliografia: Lupoli-Pansini 2010, scheda 18. Elio Scarciglia (da Catalogo MuMa)

Albarello - Prima metà del XVII secolo

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Policromia: turchino, giallo, arancio, su smalto bianco ".... una donna vestita di sole ... sul suo capo una corona di dodici stelle...":  è l'Immacolata come viene preannunciata nel Libro dell'Apocalisse. A Laterza la venerazione per l'Immacolata ha origi­ni lontane. Infatti la Chiesa del Purgatorio, del XVIII secolo, era inizialmente dedicata all'Immacolata Concezione di Maria Santissima e alle Anime Sante del Purgatorio, ed era stata eretta in sostituzione di un'altra, molto più antica e piccola, della quale non sono pervenuti che ruderi e tracce dell' affresco in onore dell'Immacolata. In questo albarello la sua rappresentazione è essen­ziale e imponente, inquadrata da semplici filetti ver­ticali paralleli, oltre i quali si dispongono altri ele­menti decorativi: frange, foglie, viticci e frutti globo­si. Il giallo da risalto all'aureola, alle stelle a otto raggi, e all'abito "solare", mentre il resto dell'orna­menta

Albarello - Prima metà del XVII secolo

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Compendiario : turchino in diverse gradazioni, giallo, aran­cio, su smalto berettino. La tipologia dell'apparato decorativo, limitato al recto del vaso, è quella tradizionale: stemma coronato di elmo con cimiero piumato, circondato da cartigli e nastri svolazzanti. Ma, a differenza di molti altri alba­relli laertini coevi, presenta la peculiarità di soli tre filetti continui, alla base e alla spalla, mancando il motivo a catenella. Risulta insolita anche la presenza della fascia decorativa, che circonda base e spalla, costituita da elementi fitomorfi globosi e schiacciati, alternati anche nel colore e connessi da viticci termi­nanti in piccole bacche apicali. Lo scudo è doppiamente bordato con filetti continui di turchino e di arancio, ed è inserito in un cartiglio ela­borato con volute, nastri e foglie, elementi nei quali si avvicendano i medesimi colori. Si può supporre che l'emblema araldico sia quello di un membro della nobile famiglia Cicinelli, principe di Cursi e, dal

Piatto da Parata - Prima metà del XVII secolo

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Piatto da Parata Prima metà del XVII secolo Compendiario: turchino, giallo e arancio su smalto bianco La tesa del piatto presenta una semplice ghirlanda vegetale e floreale, e un piccolo tralcio circonda anche lo stemma non identificato campito nel cavo.  (da Catalogo MuMa - Bibliografia: inedito. Guido Donatone)

Piatto da parata - Prima metà del XVII secolo

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Piatto da parata Prima metà del XVII secolo Compendiario: turchino, giallo, arancio e ocraceo, su smalto bianco II piatto da parata presenta una tesa adornata dalla ghirlanda vegetale a "carote, foglie e fiori", caratte­ristica del compendiario delle fabbriche salentine.  La decorazione araldica che campisce il cavo è costituita da uno stemma non identificato blasonabile.  (da Catalogo MuMa)

Anfora biansata Inizio del XVII Secolo

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Anfora biansata Inizio del XII secolo Compendiario: giallo, turchino, verde ramina e rosso-bruno su fondo a smalto bianco. Lo smalto è coprente con intonazione calda bianco latteo. Anfora ad alto collo e basso corpo globulare con lun­ghe anse tortili. La decorazione si estende su entrambe le facciate dell'anfora. In quella anteriore è costituita da un grande medaglione raggiato nel quale è campito il busto di una dama dalla lunga e folta acconciatura. Il volto è delineato in turchino da un tratto sintetico e sicuro, con fluide ombreggiature e tocchi che si soffermano a descrivere la scollatura e la collana. La capigliatura campita in giallo è tratteggiata in rosso-bruno. Intorno al medaglione si sviluppa una decorazione a foglie e volute gialle e verde ramina, contornate in rosso bruno, ottenute con campiture poco coprenti dalla ste­sura fluida che conferisce leggerezza al decoro. Sul verso la decorazione, interamente vegetale, si organiz­za su due partiture: quella super

Crespina Metà del XVII secolo

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Crespina Metà del XVII secolo Compendiario: turchino in diverse gradazioni, giallo e arancio su smalto bianco. La coppa smerlata e baccellata risente nell'impianto formale dall'ampia falda della tipologia faentina pre­cedente al compendiario nei due ordini di partiti decorativi floreali e vegetali, dipinti in una gradazio­ne del turchino più intenso di quello del busto mulie­bre che campisce il cavetto ripreso frontalmente.  Bibliografia: A. e C. dell'Aquila... (da Catalogo MuMa)

Piatto da parata - Primo quarto del XVII secolo

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Piatto da parata Primo quarto del XVII secolo Compendiario: turchino in diverse intensità, giallo, arancio, vede marcio su smalto bianco e spesso. Grande piatto apodo con ampio cavetto poco profon­do e media ricadente all'esterno.  Motivo a "carote, foglie e fiori" sulla tesa;  nel cavo, incorniciato da un tralcio vegetale ondulato, è una figura loricata e con il capo cinto da una corona d'al­loro, seduta su una panca in pietra e intenta a suo­nare una viola con l'archetto. La scena è inserita in un ambiente alberato con stormi di uccelli che si librano nell'aria, isolata su una sorta di base roccio­sa subcircolare.  I tratti del volto e l'anatomia possen­te del giovanetto sono accentuati da un morbido chiaroscuro; la chioma folta e riccia è resa con addensamenti di arancio; i particolari della lorica, l'armatura degli ufficiali delle legioni augustee nella Roma del I secolo d.C, sono riportati con cura, sia pur con qualche fraintendi

Crespina Secondo quarto del secolo XVII

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Crespina Secondo quarto del secolo XVII Compendiario: turchino, giallo, arancio e verde mar­cio su smalto bianco La coppa smerlata e baccellata con palmette incus­se e decorazione a foglie e ciuffi è poggiata su piede. Al centro stemma, inquartato. Lo stemma è raccolto in cartiglio sormontato da cimiero. Tuttavia va anche ricordato che i maggiori pittori del soffitto si trasferiscono nel 1619 a lavorare in una fabbrica napoletana.

COME SIAMO ARRIVATI AL MUMA

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LA SFIDA Era il 15 Luglio 2011, quando durante la Conferenza di inaugurazione della Mostra  "Maiolica Popolare di uso domestico" , organizzata della nostra Associazione  "Studio e ricerca Storica sulle Maioliche in terra d'Otranto", che lanciammo la sfida - che sembrava utopistica - ma che ha saputo vedere oltre ... il buio:  “REALIZZARE A LATERZA IL MUSEO DELLA MAIOLICA" L'OPPORTUNITA' Pochi mesi dopo, la Regione Puglia pubblicò un bando per la realizzazione di progetti museali.  Fu allora che l'Associazione  fu contattata per riprendere il discorso fatto in conferenza e per cercare di "organizzare"la partecipazione al suddetto bando.  Occorreva trovare i "pezzi" pregiati da esporre nell'eventuale Museo considerando che a Laterza di "Opere" in Maiolica non c’era quasi più nulla e occorreva allegare al progetto l’elenco delle opere da esporre. 

Collezione Chini in vetrina al MuMa

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Rassegna stampa LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO  del 17 Novembre 2017 Articolo di Francesco Romano

I capolavori della Maiolica laertina

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Sabato 2 dicembre si inaugura l'esposizione della collezione Chini presso il MUMA.  Per l'occasione verrà presentato da parte dei responsabili del MuMa il catalogo  che raccoglie e presenta le collezioni ad oggi  ospitate presso il nostro Museo  "I Capolavori della maiolica laertina dalle collezioni private".

Piatto da parata 1628-1634

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LA MAIOLICA DI LATERZA  (nostro Orgoglio, nostra Storia) Piatto da parata  1628-1634 Compendiario : turchino, giallo, arancio e verde marcio su smalto bianco. Grande piatto con cavetto profondo e leggermente convesso, media tesa. Al centro uno stemma vescovile è circondato da una ghirlanda a tralcio giallo  su cui si distribuiscono 17 corolle giallo-blu.

D'ALESSANDRO, Angelo Antonio

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D'ALESSANDRO , Angelo Antonio Nacque a Laterza (Taranto) nel 1642, da Nicol'Antonio originario della vicina Santeramo e da Chrisantia di Rocco Festa, laertina. Il lavoro filologico attorno alla figura del D., decoratore su maioliche, ha permesso di delinearne sicuramente caretteristiche e segni distintivi rispetto al ductus pur elevato di allievi (come Vito Perrone, Gironimo Tammorino e G. A. Aloisio) e comunque della "bottega" e degli imitatori, e di mettere in luce nella tradizione e nella continuità una scuola ceramica come quella di Laterza, che emerge così nella storia della ceramica italiana come uno dei centri più singolari dell'età barocca. Documenti d'archivio testimoniano lo stato clericale del D. come diacono sin dal 1664, e come sacerdote già nel 1667. Nel periodo 1676-77 ricoprì l'incarico di procuratore del capitolo e clero di S. Lorenzo Maggiore in Laterza. La personalità del D. è stata ricostruita in anni recenti (Donatone, 1968) inn

"Il MuMa ospita gli albarelli della collezione Chini"

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"IL MuMa ospita gli albarelli della collezione Chini" Sabato 2 dicembre 2017, dalle ore 19:30 alle ore 22:00, MUMA Laterza, Piazza Plebiscito, 2 c/o Palazzo marchesale, 74014 Laterza. IL MuMa di Laterza ospita gli albarelli della collezione Chini Ventinove albarelli prodotti a Laterza nel XVIII secolo, provenienti dalla collezione Chini di Bassano del Grappa, in mostra al Museo della Maiolica di Laterza. dal 2 dicembre 2017 al 31 maggio 2018 Il MuMa, Museo della Maiolica di Laterza, ospita una preziosa collezione di albarelli, realizzati nel XVIII sec a Laterza, appartenenti alla collezione Virgilio Chini, luminario della medicina italiana vissuto tra il 1901 e il 1983. In mostra ventinove albarelli finemente decorati, con scene di vita e ricchi di informazioni stilistiche e caratterizzati dai colori turchini tipici della produzione laertina del tempo. La loro produzione si fa risalire al 1700, il momento storico nel quale Laterza è centro di produzione cerami

Piatto da parata XVI - XVII

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Piatto da parata H. 5,5; diam. max 44,3; largh. tesa 6,5 Ultimo quarto del XVI - primo quarto del XVII secolo Compendiario: turchino in diverse gradazioni, giallo, arancio, bruno e verde marcio su smalto bianco e spesso Grande piatto apodo con ampio e profondo cavetto; orlo a larga tesa quasi orizzontale. Sulla tesa è un tralcio di viticci e foglie di vite in giallo e blu alternati, interrotto da uno stemma con arma non identificata: inquartato: nel 1° d'argento a tre stelle d'azzurro, 2, 1; nel 2° una Omega; nel 3° due rose poste infascia; nel 4° un leone nascente. Nella carenatura del cavo è un secondo tralcio, con lo stesso andamento destrorso del primo, con boccio­li di loto in bruno alternati a lunghe foglie in verde, ottenuto mal mescolando turchino e giallo. Nel cavo è narrato l'episodio epico del giudizio di Paride, in un ambiente agreste, tra balze di terreno, piccoli cespugli e ciuffi d'erba.